Essere ciclisti vuol dire molte cose. La disciplina nell’allenamento, la capacità di soffrire, la volontà di raggiungere una vetta. Essere ciclisti nel Genova vuol dire aspettare il compagno in difficoltà, uscire in gruppo per il gusto di pedalare insieme ad amici con cui ti capisci con uno sguardo, fare la volata a Bereguardo e darsi la mano dopo il cartello anche se sono 100 volte che la perdi.
Mettete insieme tutte queste cose e verrà fuori il nostro modo di intendere lo sport, qualcosa che ci rende unici. Abbiamo chiesto ai nuovi soci di raccontarci le loro sensazioni e sono scaturite tanti pensieri che confermano che questo patrimonio culturale si trasmette e si percepisce.
Abbiamo raccolto di seguito alcune delle risposte ma vogliano aggiungere la lettera che Giancarlo ha ricevuto da un vecchio socio. Giacomo Landoni (nella foto a destra), già campione sociale nel 2012, che racconta bene come il ciclismo e il Genova possano essere due passioni che vivono con noi ovunque siamo e qualsiasi cosa facciamo:
“……mi piacerebbe comprare la divisa estiva del Genova: la mia divisa di 5 anni fa è ormai tutta consumata e rotta...e visto che i miei genitori volevano farmi un regalo, ho pensato alla divisa del Genova, mi farebbe piacere continuare a vestire i colori della nostra squadra!......... Non so se dopo il seminario tornerò su a Milano, non credo in realtà: a Dio piacendo, verrò ordinato sacerdote e mandato da qualche parte nel mondo, però di sicuro in valigia non mancherà la divisa del Genova, con la speranza di poter sempre avere la possibilità di uscire un po' in bici, la mia grande passione di sempre! Infatti, l'anno scorso, anche gli americani di Saint Paul-Minneapolis hanno visto i nostri colori, perché quando uscivo in bici là, dall'altra parte del mondo, indossavo la nostra divisa...!”
Ma ecco le risposte di tanti nuovi soci con la solita galleria di foto!
Mi sono iscritto al Genova nel 2019, a metà anno . Nel 2020, per ragioni di lavoro, mi sono trasferito in Germania dove rimarrò fino all’inizio dell’estate prossima, quando mi riscriverò di nuovo. La mia prospettiva è perciò distorta e limitata.
Eppur tuttavia, in quelle poche occasioni in cui ho avuto modo di frequentare il gruppo, o nel giro dei tornelli o in sede, ho avuto subito l’impressione di una realtà di una pienezza sorprendete. E non parlo solo di organizzazione, ma dell’essenza stessa della passione di cui si nutrono coloro che si avvicinano a questo mondo. Una realtà fatta di concretezza ma anche di etica, di solida consapevolezza delle proprie ambizioni ma rispettosa dei limiti e delle condizioni di ciascuno.
È un modo diverso di fare sport, di stare dentro il ciclismo, di percepirne l’anima senza l’eccesso o l’integralismo di certe altre organizzazioni. L’appartenenza al Genova non è solo un fatto fisico, di divertimento e convenienza logistica, è soprattutto il senso di una comunità che si fa sociale, intima e persino solidale. Certamente non manca il lato agonistico (se così si può dire) e la competizione non viene meno neppure nelle uscite tra pochi, ma questo avviene con la naturalezza e la saggezza di chi comprende che in fondo non è così importante primeggiare nel campionato sociale.
Da anni il ciclismo si è tolto di dosso quella patina provinciale di sola fatica e marginalità. Ora le bici sono cool, le divise di tendenza, lo sforzo addirittura una pratica intellettuale. Venendo al Genova è come se avessi compreso che questa trasformazione non fosse mai avvenuta: qui era semplicemente già presente sin dalle origini. Mille anni avanti (anzi 107!). Perché la fatica rimane, ma la gioia di farla è una sensazione che trova il suo significato più profondo solo se puoi condividerla in un gruppo in cui ti riconosci appieno.
"Gavia, Mortirolo, Stelvio, Vivione, Nivolet: con loro ce l'ho fatta!"
"Offrono giri classici ed altri sempre nuovi; poi, all'arrivo, un cofano si apre e inizia il recupero...con pane salame formaggio e vino"
"All'inizio lì temevo ma poi, grazie alle "sentinelle" che vigilano su chi va un po' più piano, sono cresciuto e ora sto bene in gruppo"
"Una società che ti accompagna al ciclismo, in strada ma anche fuori, con iniziative per conoscere come funzionano la bici e il nostro corpo"
"Stile, non solo nella divisa (bellissima) ma anche nei modi di fare"
"Ambiziosi ma rispettosi dei limiti e delle condizioni di tutti"
"L'appartenenza al Genova non è solo divertimento e convenienza logistica; è anche il senso di una comunità che si fa sociale e solidale"
"Trovo che sia un modo diverso di fare sport, di stare dentro il ciclismo senza eccessi o integralismi"
"La fatica mi dà gioia perché qui la condivido in un gruppo in cui mi riconosco appieno"
"Partecipando all'organizzazione di alcuni eventi mi hanno permesso di conoscere il ciclismo anche "da dentro"