Lo Sport Club Genova nasce a tavola, al "Grione Pereda", nel quartiere di Porta Genova, a Milano. Padrini al battesimo: Pereda, Tacchinardi, Guastoni, Viganò, Guido Torriani, l'atleta Carati ed il giovane, .... filiforme Rodoni.
I colori scelti sono il blu notte e l'arancione. Subito il "Genova" è polisportivo: ciclismo, atletica, pugilato, nuoto. Una montagna di carne al fuoco, ma il primo piano è tutto per il ciclismo che si fa baldanzosamente avanti con Tonani, Vai, Chiesa, Sivocci, Marguati, Zoppis, Origgi, Poid, Vigna e Bestetti. Tra i "podisti", dove si distingue il guizzante Mainari, figura un certo Mario Bosisio che cammina piano e picchia forte. Cambierà mestiere ... La guerra infuria: più soldati, meno sportivi, è la parola d'ordine. Tra una schioppettata e l'altra, Alessandro Tonani vince l'Intersociale (1916). Poi la grande guerra passa e il "Genova" sfonda. |
Vincenzo Carati in divisa da atleta “belle epoque” posa con il giovane Guastoni, ovvero il braccio e la mente. |
I quattro "direttissimi" della Coppa Italia 1920 Pietro Sestetti, Angelo Guidi, Ugo Bianchi, Ernesto Vigna. Tra loro fanno capolino Francesco Guastoni e Adriano Rodoni. |
Bestetti, Ugo Bianchi, Guidi ed Ernesto Vigna (padre di Marino) trionfano - corre il 1920 - nella Coppa Italia. I forzieri sociali cominciano ad essere insufficenti anche perchè Mergiani, Dini, Otto, Cignoli, Giribaldi, Colombo, Rattone si fanno onore in Lombardia ed oltre. Tra il 1920 ed il 1922 altri cinque titoli nazionali: l'onore tocca a Bestetti, Dinale, Boiocchi e De Martini. |
I successi, in dieci anni, superano quota trecento! Rodoni è eletto presidente rimarrà in carica fino al 1941, nel frattempo, nel 1940 fu nominato presidente della federazione ciclistica italiana (UVI poi FCI), fu l'inizio di un regno che durò fino al 1981. Nel 1958 divenne anche presidente della federazione ciclistica internazionale (UCI).
Queste prestigiose cariche gli valsero l'appellativo di "presidentissimo".