MAGLIE IRIDATE 1924 – 1933
Decennio fondamentale: due maglie iridate, dieci tricolori, tre olimpiche, quattro regionali. Non c'è davvero male. Il "Genova" prospera, prorompe. Su pista e su strada le maglie blu-arancio fanno strage. I nomi dei titolati sono quelli di Bossi, Franco Zucchetti, Piano, Dinale, De Martini e Alfonso Zucchetti, infine di Avanti Martinetti e, ultimo ma non da meno, il mitico Alfredo Binda, il primo Campione del Mondo su strada.

Alfredo Binda - 1° Campione del Mondo su strada (Adenau - 1927)
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Alle Olimpiadi di Parigi Dinale, De Martini e Franco Zucchetti sono primi nell'inseguimento a squadre (1924).
Martinetti, irresistibile velocista, brucia sullo scatto Galvaing nella finale del campionato mondiale di velocità a Milano, sull'anello del vecchio "Sempione" (1926).
Poi il più grande, Alfredo Binda, appena calato dalla Francia, instaura quella dittatura che lo porterà a trionfare, con la tessera del "Genova" nel taschino della maglia azzurra, nella prova iridata di Adenau (1927).
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Nel 1928 il "Genova" dà un saggio eloquente della sua forza organizzativa allestendo alla perfezione il 1° Convegno Ciclistico Nazionale che si svolge a Milano in una cornice stupenda di entusiasmo con la presenza di oltre quindicimila ciclisti provenienti da tutta Italia.
Sempre nel 1928, Carniselli, Pastorino e Saccomani vestono le bianche insegne di campioni regionali. La navicella sociale passa tra i marosi di una brutta crisi (1929), in parte legata alla grande crisi del '29: Guastoni la porta in salvo.
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Adunata generale nel cortile del castello sforzesco in occasione del 1° Convegno Ciclistico Nazionale d'Italia (1928)
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Poi Rodoni riprende definitivamente il timone e ritornano le "vacche grasse".
IL DECENNIO DELL'ORO 1934 – 1943
Se il decennio 1924-33 rappresenta il periodo di maggior prestigio nella storia del "Genova" a causa delle due maglie iridate conquistate da Binda e Martinetti, il 1934-43 è senz'altro quello che arreca ai dirigenti blu-arancio le soddisfazioni più genuine.
Nervi, Bellini e Primo Bergomi regalano al “Genova” (30 Giugno 1940), a poche ore uno dall’altro, tre maglie tricolori. Chi mai battera’ questo record?
E' il momento dei giovani, e il "Genova" ne sforna uno dietro l'altro. Il 1934, in particolare, segna l'avvento alla notorietà di Pierino Favalli e di Aldo Saccomani. Favalli vince quell'anno, da solo, 19 corse tra i dilettanti, Saccomani 18 tra gli allievi. Per ognuno dei due c'è un titolo nazionale, a fine stagione. Due dei tanti raggiunti nel prolifico decennio.
Il vivaio del "Genova" pare inesauribile. Dopo Favalli e Saccomani, ecco uscire dal guscio autentiche celebrità quali Celso Marini, Primo Bergomi, Belleni, Giorgetti, Nervi, Scrivanti e ... Nando Terruzzi. Quattordici sono complessivamente le maglie tricolori assegnate al "Genova" da questi atleti.
Milano 1937, Coppa Giovinezza (l’Adriana di oggi). Il giovane Conte ha forato la gomma posteriore (si nota chiaramente nella foto), Moscardini e Cornizzoli cercano di portarlo in qualche modo alla meta.Siamo a tre chilometri dal traguardo ,addio Coppa! (ma per soli 34”1). Qui sotto: conclusione logica di una giornata trionfale.
Indimenticabile nella storia del "Genova" il 30 giugno 1940, giorno in cui tre suoi corridori si laureano campioni italiani della pista a poche ore di distanza uno dall'altro: Antonio Belleni (strada allievi), Lorenzo Nervi (velocità dilettanti) e Primo Bergomi (velocità professionisti). Faceva intanto capolino nell'albo d'oro il nome di un giovanotto friulano tanto lungo quanto timido: Oreste Conte. Quanti allori, quanti trofei ha portato al "Genova" questo ragazzo dalla volata proibita!
Ancora gloria: Scrivanti e Pucci trionfano nell'Intersociale (1941), imitati da Terruzzi due anni dopo. Le organizzazioni nascono a getto continuo dalla "fucina" di Via Olona. E' il periodo in cui alle gare si presentano cinquecento concorrenti (vedi Coppa S. Geo 1938), e tutto si svolge nel massimo ordine Campioni lombardi a squadre 1942 Nando Terrazzi, Enrico Politi, Cesare Capuzzoni e Fausto Gioia con D.S. Silva.
Tra il 1939 ed il 1941, Bergomi (che si dedica con successo anche alle competizioni in linea) sgretola il primato dei 2.000 metri da fermo (1939) con il tempo di 2'28"4/5 detronizzando l'olandese Slaats ed eguaglia quello dei 500 lanciati (1941), detenuto con 29"4/5 dal possente francese Michard.
Questi tempi lo portano, logicamente, ben oltre i migliori limiti nazionali. Nel frattempo altri due record italiani dilettanti sono superati, sempre sulla distanza dei 500 metri, da Osvaldo Gianni. Undici le maglie di campione lombardo conquistate: Marini, Moscardini, Bonfanti, Bergomi, Nervi, Musocchi, Amighetti, Terruzzi, Conte, Politi, Capuzzoni e Fausto Gioia.
Poi la guerra, la sede devastata, la scomparsa di Guastoni, Rodoni che lascia la presidenza (1941) chiamato a più alti incarichi. La bandiera del "Genova" passa da Rodoni a Caldara, da Mergiani a Simonetta, da Crepaldi a Rizzotto. Tempi duri. Passeranno.